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domenica 3 luglio 2011

La Corte di Giustizia Europea legittima il monopolio pubblico in materia di gioco d'azzardo, ma solo se effettivamente giustificato dalla prevenzione di dipendenza da gioco e dalla lotta al crimine

Secondo la Corte di Giustizia Europea (Corte giustizia Unione Europea Sez. VIII, 30/06/2011, n. 212), lo Stato membro, che intenda assicurare un livello di tutela dei consumatori particolarmente elevato nel settore dei giochi di azzardo, può legittimamente concedere i diritti esclusivi di esercizio della relativa attività ad un organismo unico, assoggettato ad uno stretto controllo da parte delle autorità pubbliche.

Lo Stato membro tuttavia deve essere in grado di controllare i rischi connessi al gioco d'azzardo, in particolar modo impegnandosi attivamente nella prevenzione di eccessi da parte dei consociati e controllando che i cittadini non sperperimo le proprie ricchezze nel gioco.

Lo Stato membro, nel momento in cui sceglie di regolamentare il settore del giuoco e delle scommesse adottando un regime di monopolio, deve attivarsi nella lotta alla dipendenza dal gioco in modo sufficientemente efficace.

Sotto un diverso profilo, per perseguire in modo efficace la lotta alla criminalità, la legislazione nazionale - che instaura un monopolio in materia di giochi di azzardo - deve necessariamente fondarsi sul riconoscimento che le attività criminali e fraudolente connesse ai giochi e la dipendenza dagli stessi costituiscono un problema nel territorio dello Stato, cui può essere posto rimedio con un'attenta regolamentazione delle attività autorizzate.

Per perseguire tali obiettivi, lo Stato membro può anche procedere ad una limitazione e controlllo della pubblicità/attività commerciale che deve essere strettamente limitata e finalizzata esclusivamente a canalizzare i consumatori verso le reti di gioco controllate. 

Dalla decisione dei Giudici Comunitari sembra potersi concludere che nel caso in cui la legislazione nazionale non sia effettivamente votata al perseguimento dei propri fini ultimi (prevenzione della dipendenza da gioco d'azzardo e lotta alla criminalità) il regime di monopolio è illegittimo.
La Sentenza in esame inoltre potrebbe essere anche inquadrata nell'ambito della tutela dei diritti umani.

Infatti, non si può escludere che qualora lo Stato membro il quale decida per un regime di monopolio nella regolamenetazione del gioco e delle scommesse anche al fine di prevenire i fenomeni di dipendenza dal gioco d'azzardo, ed il quale emani nei fatti una legislazione che non persegua con efficacia la lotta alla dipendenza dal gioco d'azzardo, sia responsabile nei confronti dei cittadini.

sabato 25 giugno 2011

La casa vacanze come corollario indispensabile per la stessa estrinsecazione della persona umana

Secondo la Suprema Corte di Cassazione (Cass. civ. Sez. III, 20/06/2011, n. 13483), la legge n. 431 del 1998, in materia di locazioni ad uso abitativo, trae la sua ratio ultima nella regolamentazione, nella sua interezza, del settore delle locazioni abitative, quale bisogno primario dell'individuo indispensabile per la stessa estrinsecazione della persona umana.

Pertanto la legge n. 431 del 1998 esaurisce interamente la disciplina di qualsivoglia contratto avente ad oggetto la concessione continuativa di un immobile da destinarsi ad abitazione.

Pertanto, anche la locazione per abitazione ad uso di seconda casa, in quanto caratterizzata dalla prospettata permanenza del conduttore per cospicui periodi dell'anno, ed anzi dalla tendenziale fruizione dell'immobile secondo le disponibilità del tempo libero del medesimo, deve in ogni caso intendersi finalizzata a soddisfare esigenze abitative certamente complementari, ma di rango uguale a quelle della prima casa, in quanto relative al tempo libero e, dunque, al soddisfacimento di interessi e passioni dell'individuo, funzionali, in quanto tali, al pieno sviluppo della sua personalità.

domenica 12 giugno 2011

Il cittadino non si può difendere in giudizio da solo se non nei casi stabiliti dalla Legge

La Suprema Corte (12570/2011) ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione proposto da un cittadino, personalmente e senza il patrocinio di un legale, avverso la sentenza di appello resa in materia di opposizione a sanzione amministrativa.

L'art. 82 c.p.c., secondo la Corte Suprema, dispone in maniera chiara ed univoca che "solo" davanti al giudice di pace le parti possono stare in giudizio personalmente nelle cause il cui valore non eccede euro 516,46, mentre davanti al Tribunale ed alla Corte d'Appello le parti debbono stare in giudizio col ministero di un procuratore legalmente esercente; davanti alla Corte di Cassazione, prosegue la norma, le parti devono stare in giudizio col ministero di un avvocato iscritto nell'apposito albo. 

La norma in esame sembra confliggere, ma solo apparentemente, con il disposto di cui all'articolo 6, n. 3, lett. c) della CEDU (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali), che stabilisce il diritto della parte di stare in giudizio personalmente.

Il conflitto è solo apparente in quanto non esiste un diritto assoluto del cittadino all'autodifesa in giudizio, mentre esiste il principio della discrezionalità del legislatore nella scelta dei casi in cui è necessario il patrocinio di un difensore, principio consacrato dalla Corte Costituzionale.

La ratio di tale discrezionalità promana dalla necessità di assicurare il funzionamento dell'apparato giudiziario che non può essere portato al collasso dalla zelo di cittadini che si inventano Perry Mason magari per mere questioni di principio.

Il costo dell'accesso alla giustizia, tra cui rientra anche il costo per spese di avvocato, è un deterrente importante contro il proliferare di cause strumentali ed assicura il buon funzionamento del sistema giudiziario nel suo complesso.

Infatti, la sola prospettiva di dover pagare, oltre a contributo unificato e marche da bollo, anche un fondo spese ad un legale, costituisce una sber klausel rilevante contro cause superflue e strumentali.

sabato 11 giugno 2011

Il committente risponde dei danni arrecati a terzi dall'appaltatore solo in caso di culpa in eligendo o nel caso in cui l'appaltatore si sia limitato ad eseguire gli ordini del committente

La Corte di Cassazione torna a chiarire un principio giurisprudenziale fortemente minato da una precedente pronuncia del 2006, secondo cui il committente rispondeva dei danni provocati a terzi dall'appaltatore in tutti i casi in cui il ruolo di quest'ultimo si fosse esaurito nel cosiddetto nudus minister. 

La sentenza in esame fa seguito, sublimandone i concetti fondamentali, a numerose altre pronunce emanate dai Supremi Giudici tra il 2008 ed il 2010 con cui veniva chiarito il concetto di nudus minister.

Secondo la Suprema Corte, l'appaltatore, stante l'autonomia con cui svolge la sua attività nella esecuzione dell'opera o del servizio appaltato, risponde dei danni provocati a terzi ed eventualmente anche della inosservanza della legge penale durante la esecuzione del contratto, mentre il controllo e la sorveglianza del committente si limitano all'accertamento ed alla verifica della corrispondenza dell'opera o del servizio affidato con quanto costituisce l'oggetto del contratto.

Nel descritto contesto, una responsabilità del committente versi terzi risulta configurabile nella sola ipotesi in cui si dimostri che il fatto lesivo sia stato commesso dall'appaltatore in esecuzione di un ordine ad esso impartito dal direttore dei lavori o da altro rappresentante del committente, ovvero quando ricorre una ipotesi di culpa in eligendo.

Affinché possa, dunque, configurarsi la responsabilità del committente si rivela necessario che questi, esorbitando dalla mera sorveglianza sull'opera oggetto del contratto, abbia esercitato una concreta ingerenza sull'attività dell'appaltatore al punto da ridurlo a mero esecutore dell'opera - nudus minister - all'uopo non rivelandosi sufficiente l'omesso esercizio del controllo nei confronti del direttore del cantiere, diretto destinatario delle norme dettate per la prevenzione degli infortuni sul lavori dei dipendenti della società appaltatrice in quanto operante per conto della stessa.

Il mediatore acquista il diritto alla mediazione solo se l'attività è svolta in modo palese

La Corte di Cassazione interviene ancora a fissare le regole del diritto del mediatore alla provvigione.

Secondo la Suprema Corte (Cass. civ. Sez. III, 07/06/2011, n. 12390), infatti, il mediatore matura il diritto alla provvigione solo se l'attività del mediatore viene svolta in modo palese, e cioè rendendo note ai soggetti intermediati la propria qualità e la propria terzietà, non essendo sufficiente che le parti abbiano concluso l'affare grazie all'attività del mediatore se non siano state messe in grado di conoscere l'opera di intermediazione svolta dal predetto e non abbiano perciò neppure potuto valutare l'opportunità di avvalersi o no della realtiva prestazione e di soggiacere ai conseguenti oneri.

domenica 29 maggio 2011

Незаконное поведение обанкротившегося бизнесмена подразумевает,что судопроизводство по уплате долгов не может быть позволено от его имени.

Процедура освобождения от уплаты долгов является преимуществом, признанным итальянским законом для тех бизнесменов,кто действовал честно и порядочно в управлении своим собственным бизнесом ,но в следствии неудачи или общего кризиса,обанкротился.

Процедура освобождения позволяет бизнесмену закрыть производство по делу о банкротстве даже при том,что было невозможно выплатить все долги и освободиться так или иначе от долгов,включенных в сумму банкротства,которую,как было сказано ранее,было невозможно выплатить полностью.

В нескольких словах,те долги,которые нельзя было удовлетворить фондами,полученными от продажи   собственности обанкротившегося бизнесмена,регулируются в судебном порядке,который уничтожает все оставшиеся долги и позволяет предпринимателю начать все с нуля.

Бизнесмены могут подчиниться освобождению от выплаты долгов в течение года после окончательного закрытия процедуры банкротства  только, если во время управления бизнесом, либо во время всего производства дела о банкротстве,бизнесмен показал,что заслуживает такого специального обращения.

Требования,которые допустятк освобождению от уплаты долгов,обеспечены законом (ст. 142 L.F.-закон о банкротстве).

В соответствии с недавно выпущенным решением Верховного Суда ( пост.11279/2011),ст.142 L.F.,в число требований,предусмотренных к применению порядка освобождения в интересах обанкротившегося бизнесмена входит,чтобы обанкротившийся предприниматель не задерживал производство по делу о банкротстве.

Задерживать и препятствовать слушанию подразумевает под собой незаконное поведение,которое нарушает законы и принципы справедливого течения процессов,закрепленных ст.6 Закона о Правах человека и ст. 111 Итальянской Конституции.

В частности,в число действий,задерживающих или препятствующих процедуре банкротства должно быть включено каждое действие,которое действительно и фактически задерживает слушание,вызывая тем самым несправедливое затягивание процедуры банкротства,включая в этот список юридические иски,начатые обанкротившимся предпринимателем,которые,как он знал заранее,являются необоснованными ,неправильно используемые  или используемые в качестве оправдания к задержке процедуры.

В соответствии с решением Верховного Суда,в число незаконных действий,которые задерживают или препятствуют процедуре банкротства должны быть также включены все акты о передачи собственности,основанной бизнесменом,когда он уже был предупрежден о необратимом и чрезвычайно серьезном ухудшении состояния его собственного бизнеса.

Согласно итальянскому закону,фактически,когда предприниматель предупрежден о факте,что экономический кризис его бизнеса не может быть решен,он не может задействовать акты о передачи своей собственности,потому что с этого момента он признает факт,что все его имущество должно быть распродано в ближайшем будущем ,чтобы оплатить его кредиторам,и он не может уменьшить объем своего имущества.

Предприниматель,который знает о своей неплатежеспособностидолжен бы подать иск прежде в Суд ,чтобы самому потребовать банкротства,и не должен создавать акты о передачи имущества или любым иным способом задерживать процедуру банкротства пока доверенное лицо по делу,назначенное Судомпосле того как банкротство заказано,должен по этой причине подать законные жалобы,которые требуются для аннулирования мошеннической передачи имущества ,которые часто длятся много лет и влияют на продолжительность процедуры.

如何進入意大利市場業務


外國投資者可以很容易地發展他的存在對意大利市場在以下幾個方面:

1)建立一所中學的辦公室,與既定的代表團,這意味著必然以下概念:
- 經濟和行政辦公室的主要依賴;
- 手術穩定;
- 代表在代表辦公室向第三方。

根據與最高法院,中學部的外國公司是受意大利法律對社會的事蹟宣傳在登記處。 作為緊急事項的事實,那麼外交部必須註冊照顧意大利登記處 - Registro德爾 Imprese。

2)設立了代表處,執行一個輔助和初步功能為接入和滲透,公司在意大利市場;

3)註冊成立一家意大利公司所擁有的外國投資者,這意味著建立新的法人主體遭受了意大利法律。

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新的可能性为创业! 长期贷款,以帮助在伦巴第大区经济和商务起


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无论是企业,个人的伙伴关系和个人与家族企业有以下特点之一可以参与的积极性:


一)
个体工商户的主人是一个人的年龄在18至35岁,女人还是失业的人包括在内;

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熟悉业务,其主人是一个人的年龄在18至35岁,女人还是失业的人包括在内;

三)
其合作伙伴的2 / 3的同龄人了个人的伙伴关系,包括18至35岁,妇女或失业人士
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四) 
公司的股份持有人的2 / 3的人了,包括年龄介乎18至35岁,妇女或失业人士,谁也扣留的2 / 3的股份;
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个别业务必须是因为没有超过12个月的CCIAA登记服务,惠斯特的个人合伙制和公司必须在顶过90从提出请求天任期内的登记工作;

该业务的总部必须在伦巴第大区和/合伙业主/股份持有人必须是自不超过5年的请求在伦巴第大区的居民。

此次融资将用于收购物业的长期贷款或租赁合同的形式



贷款的金额将是:
从€15.000,00€40.000,00到 个人或家庭经营; 
从到€15.000,00 200.000,00 个人合伙企业或公司。

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The unlawful behaviour of the bankrupted business man implies that the discharge proceeding can’t be allowed on his behalf


The discharge procedure is a benefit ricognized by Italian law in favour of business men who acted with fairness and decency in the management of their own personal businesses but, due to misfortune or general crisis, got bankrupted.
The discharge procedure allows the business man to close up the bankruptcy proceeding even though it wasn't passible to pay all debts and get free anyway from the debts included in the bankruptcy mass, which, as previously told, was impossible to be entirely paid.
In few words, those debts that wasn’t possible to satisfy with funds obtained from the winding up sales of the bankrupted business man properties are anywho settled off by an order of the Court House which deletes all the remained debts and allows the business man to the fresh start.
The business men may comply with the discharge within a year from the definitive closing down of the bankruptcy procedure and only if either during the business management and during the whole bankruptcy proceeding the business man itself showed to deserve this special treat.
The requirements to be admitted to the discharge are provided by the law (art. 142 L.F. - bankruptcy act).
Pursuant to a recently issued decision of the Supreme Court (Sent. 11279/2011), the art. 142 L.F., from among the requirements provided to obtain the order of discharge in behalf of the bankrupted business man, requires that the bankrupted himself didn’t delay the bankruptcy proceeding.
To delay and impede the proceeding implies an unlawful behaviour which infringes and violates the principles of the fair duration of processes consecrated by the art. 6 of Human Rights Act and art. 111 of Italian Constitution.
In particoular, from among the actions and behaviours which delays or impedes the bankruptcy procedure, must be included every action or behaviour which really and actually impedes the proceeding, causing itself an unfair duration of the bankruptcy procedure, including in this list the legal suits started by the bankrupted business man which he from the beginning knows groundless, misused and used just as an excuse to delay the procedure.

Pursuant to the decision of the Supreme Court under discussion, from among the unlawful actions and behaviours which delays or impedes the bankruptcy procedure, must be even included all the deed of assignment of his own properties ordered by the business man when he already was aware of the irreversibile and extremely serious breakdown of this own business crisis.

Pursual to Italian law, in fact, when the business man is aware of the fact that the economic crisis of his business can’t be solved, he can’t put in action deeds of assignment of his own properties because from this very moment he is acknowledged of the fact that all his properties must be in the near future sold out to pay his creditors so he can’t decrease the consistence of his property.

The business man who is aware of the his own insolvency ought to lodge sue before to Court House to demand the self bankruptcy and doesn’t have to make deeds of assignment or in any different way delay the bankruptcy procedure since the trustee of the bankruptcy, appointed by the Court House only after the bankruptcy is ordered, must for this reason logde the legal actions needed to void faudulent conveyance which often last many years and influence the duration’s length of the procedure.

La cessione del credito può essere soggetta a revocatoria fallimentare

Secondo la Suprema Corte (Cass. civ. Sez. I, 27/04/2011, n. 9388), la cessione di credito effettuata in funzione solutoria, cioè per estinguere un debito pecuniario scaduto ed esigibile, si caratterizza come anomala rispetto al pagamento effettuato in danaro o con titoli di credito considerati equivalenti, in quanto il relativo processo satisfattorio non è usuale - a prescindere dalla maggiore o minore affidabilità della posizione creditoria trasferita - alla stregua delle ordinarie transazioni commerciali. 

Essa pertanto, ove non sia stata prevista ab origine come mezzo di estinzione contestuale al sorgere del debito così estinto, è soggetta a revocatoria fallimentare.

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