Mk&Partners

Mk&Partners

lunedì 10 ottobre 2011

La Corte di Cassazione anticipa la Corte di Giustizia Europea sulla disapplicazione del "pacchetto sicurezza". L'inottemperanza dell'ordine di espulsione da parte dell'immigrato, anche se clandestino, non può essere punita con il carcere.

La Suprema Corte di Cassazione (Sentenza 10 agosto 2011 n. 31869) ha de facto disapplicato, peraltro in conformità di un principio enunciato dalla Corte di Giustizia Europea (vd. commento del 5/5/2011), che è pure chiamata a decidere della conformità della normativa in esame rispetto alla Dir. 2008/115, la norma contenuta nel c.d. pacchetto sicurezza che prevede addirittura il carcere in caso di plurime violazione del decreto di espulsione.

Infatti, proprio la Sentenza della Corte di Giustizia Europea del maggio 2011 aveva consacrato il principio per cui la condizione di straniero irregolare non poteva integrare ipso facto un reato, ragione per cui secondo la Corte di Cassazione il mancato adempimento del decreto di espulsione non può esso stesso configurarsi quale ipotesi di reato.

Il fatto che penda ad oggi avanti alla Corte di Giustizia Europea la questione di legittimità della norma in esame rispetto alla sopra richiamata Direttiva, secondo la Corte di Cassazione, rende opportuno l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in applicazione del c.d. pacchetto sicurezza, in quanto non si può non considerare l'eventuale, ed anzi più che probabile, futura cancellazione della norma. Non si può non tenere in debita considerazione il fatto che il diritto comunitario esclude espressamente che il mancato adempimento del decreto di espulsione possa integrare una ipotesi di reato.

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi