MK&PARTNERS Адвокат в Италии
Uno studio di Mk&P, ispirato da alcune pronunce favorevoli ottenute da MK&PARTNERS Адвокат в Италии e pubbblicato un anno fa su questo blog, metteva in guardia i navigatori sui gravi rischi connessi all'insulto facile sui social network, come il celeberrimo Facebook.
Uno studio di Mk&P, ispirato da alcune pronunce favorevoli ottenute da MK&PARTNERS Адвокат в Италии e pubbblicato un anno fa su questo blog, metteva in guardia i navigatori sui gravi rischi connessi all'insulto facile sui social network, come il celeberrimo Facebook.
La Giurisprudenza di merito, i Tribunali per capirci, avevano iniziato ad emettere le prime sentenze di condanna dei responsabili di insulti, addirittura, ravvisando, nell'insulto online, il reato di diffamazione a mezzo stampa (vd. Tribunale di Monza e Tribunale di Livorno).
Come ricorderete, il nostro studio si concludeva con l'auspicio di una decisione della Corte di Cassazione sul punto, che facesse chiarezza sulla correttezza di tali decisioni, visto il rilevante impatto sociale che avrebbero potuto avere, soprattutto alla luce dei risarcimenti concessi, che si aggiravano mediamente sui 15.000,00 euro.
Ebbene, con ben due recentissime pronunce (Sentenza n. 32444/2013 e 16712/2014), la Corte di Cassazione non solo ha confermato che l'insulto sui social network integra il reato di diffamazione aggravata (la c.d. diffamazione a mezzo stampa), ma ha addirittura rilanciato, stabilendo che il reato sussiste anche se gli insulti sono indirizzati ad una persona di cui non viene fatto il nome e vengono letti da una cerchia ristretta di iscritti.
Ricordiamo che Mk&P sia stato tra i primi ad evidenziare come le frasi offensive, ancorché pubblicate sul proprio profilo (o meglio "postate" come si suol dire in gergo), siano ampiamente accessibili da parte di un numero indeterminato di soggetti, proprio come se fossero inserite all'interno di un articolo di giornale, per quanto limitato possa essere il numero delle persone potenzialmente a) in grado di leggere il "post" offensivo e 2) in grado di identificare il soggetto passivo della frase a contenuto diffamatorio, quando non indicato espressamente.
Alla luce di quanto sopra, invitiamo i nostri lettori a fare un uso consapevole e rispettoso della rete.
Troppo spesso, navigando su internet, ci capita di leggere "post" molto violenti e volgari, inseriti nei cd. forum, ove alcuni utenti, nascondendosi dietro ad uno schermo, scrivono di tutto e di più contro chi la pensi diversamente.
Allo stesso modo, ci capita di leggere sui profili di amici e parenti post altrettanto violenti e volgari contro persone facilmente individuabili.
La libertà di pensiero e di parola non devono essere confusi con libertà di offendere, perché, cari lettori, dietro ogni libertà c'è un obbligo e ad ogni libertà corrisponde un limite.
L'obbligo ed il limite del rispetto della reputazione, dell'onore e del decoro altrui.
Senza considerare che spesso, dietro l'insulto gratuito si nasconde un fenomeno molto grave, vale a dire il cyber-bullismo.
Quando l'insulto non è isolato e scatena una gogna virtuale, le conseguenze possono essere gravissime ed imprevedibili.
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