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mercoledì 9 ottobre 2013

Le pillole di Rex Law: Responsabilità medica - il paziente ha l'onere di provare il nesso causale

La Corte di Cassazione torna a pronunciarsi in tema di responsabilità medica, dimostrando di non aver trovato un orientamento stabile ed univoco comn riferimento alla prova del nesso causale tra il danno ed la condotta del medico.
 
Si alternano in materia sentenze che ora sono più favorevoli ai pazienti danneggiati ora più favorevoli ai medici danneggianti.
 
La sentenza in commento si pone in media re tra medici e pazienti, affermando che nei giudizi di risarcimento del danno causato da attività medica, il danneggiato ha l’onere di provare l’esistenza del rapporto di cura, il danno ed il nesso causale, mentre ha l’onere di dedurre, senza tuttavia provarla, la colpa del medico, il quale, invece, ha l’onere di provare che l’eventuale insuccesso dell’intervento, rispetto a quanto concordato o secondo il principio dell'id quod plerumque accidit, sia dipeso da causa a lui non imputabile. 
 
In particolare, il paziente deve provare la mancata riferibilità danno subito ad altre cause, pregresse o esterne, idonee a far ritenere la riconducibilità della condizione stessa al fatto dei sanitari.

A questo punto, visto il susseguirsi di sentenze di merito e di legittimità su questo tema scottante, spesso contrastanti e comunque non sempre allineate, Mk&P pubblicherà a breve uno studio ambizioso che si prefigge, per chiarezza dei nostri lettori, di sciogliere il nodo giurisprudenziale formatosi in giurisprudenza ed in dottrina e pervenire ad una sintesi che componga questo atavico conflitto creatosi tra i medici, che oggi hanno paura di lavorare con serietà, ed i pazienti, che a loro volta hanno paura di essere vittima di professional malpractice.

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