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Il decreto legge sulla semplificazione della giustizia civile, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 12/9/2014 e che entrerà in vigore dopo 30 giorni dalla Legge di Conversione, introduce nel nostro ordinamento una procedura di divorzio stragiudiziale, definita simpaticamente dai media "divorzio fai da te".
Il decreto legge sulla semplificazione della giustizia civile, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 12/9/2014 e che entrerà in vigore dopo 30 giorni dalla Legge di Conversione, introduce nel nostro ordinamento una procedura di divorzio stragiudiziale, definita simpaticamente dai media "divorzio fai da te".
Effettivamente, la novella
legislativa rende assai più facile, veloce ed economico separarsi o divorziare
con la procedura della negoziazione assistita di un avvocato, che depositerà il
testo contenente le condizioni di separazione o divorzio all'Ufficio dello Stato
Civile del Comune dove è stato registrato l'atto di matrimonio.
Anzi, è addirittura possibile
bypassare l'avvocato e rivolgersi direttamente all’Ufficiale di Stato Civile.
Naturalmente la procedura
semplificata è preclusa in caso di presenza di figli minorenni, figli con gravi
handicap e anche figli maggiorenni non economicamente autosufficienti, i così
detti bamboccioni.
Questa riforma rappresenta un
piccolo passo verso la semplificazione della procedura di divorzio, mentre la
parte più interessante ed attesa della tanto desiderata riforma, vale a dire il
divorzio breve, è è ancora ferma in discussione al Senato.
Infatti, di fatto la novella
legislativa non aiuta a sgravare i Tribunali degli enormi carichi di cui sono
oggi gravati.
Infatti, la riforma interviene sui
casi più semplici, le ipotesi di separazione o divorzio consensuali in assenza
di figli minori, che non impegnano i Tribunali più di tanto.
Al contrario, bisogna intervenire
energicamente per ridurre la conflittualità tra i coniugi, soprattutto in
presenza di figli.
Sono queste le cause che creano
lungaggini infinite nel campo del diritto di famiglia e tengono i giudici
impegnati per anni.
Bisogna introdurre una seria riforma
del diritto di famiglia, ove il divorzio non sia più l’estremo rimedio concesso
dalla legge a fronte dell’accertamento, dopo tre anni dalla separazione,
dell’impossibilità di ricostruire l’unione di vita tra i coniugi.
Va semplificata l'intera procedura
di separazione e divorzio, introducendo degli automatismi di legge sui
provvedimenti relativi alla prole, alla casa coniugale ed ai rapporti economici
tra i coniugi.
Insomma, per noi di Mk&Partners,
si tratta della solita tempesta in un bicchiere d'acqua, priva di efficacia
risolutiva. Fumo negli occhi senza effettivi benefici per i cittadini.
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